In direzione di un nuovo rinascimento - Giovanni Zavarella
L'Antica di Deruta della Famiglia Alviero Moretti è una industriale realtà ceramicola d'eccellenza nazionale ed internazionale. I suoi straordinari esiti fattuali hanno il printing d'arte e d'autore. Con sempre l'urgenza di non adagiarsi nel successo e con una tensione operativa di più e meglio interpretare le insorgenze di una domanda di mercato globale. A fronte consapevole di una concorrenza che proviene non solo dai Paesi tradizionalmente attrezzati, ma anche da quei territori emergenti, ai quali non mancano, altresì, favolosi rimandi culturali remoti e risorse di "braccia e menti" a buon mercato. E tutto ciò nel mezzo di una crisi economico- finanziaria di ampiezza planetaria, laddove ci si augura di uscirne il più presto possibile ed indenni da danni irreparabili. Ma comunque, i cosiddetti analisti, avvertono che non solo cambieranno le regole della produzione, ma si assisterà ad una rivoluzione - speriamo indolore - dalla quale "ne verremo fuori" diversi. E sicuramente per non essere travolti è indispensabile operare, come l'Antica di Deruta, in direzione di un nuovo Rinascimento vincolato al patrimonio della propia originale ed eccezionale tradizione. Modernità nella tradizione. Innovazione nella bellezza. Con dentro la mutazione e la mutazione dall'arte e della ricerca e attente letture di una società in rapida e frenetica trasformazione di bisogni ed esigenze, espressioni di una scienza, di una tecnica, di un'estetica e di un'etica sostanzialmente diversa da quella che ha allattato i nostri padri. E in questo ambito di una società industriale ed economica in cammino all'interno di problematiche ambientali e sociali, economiche e finanziarie, sociali e filosofiche di proporzioni notevoli, l'illuminato Alviero Moretti e la sua sensibile signora Mirella, i figli Giorgio e Camilla, consapevoli di non potersi affidare al proprio vissuto di imprenditori di successo, hanno da tempo avviato una proiezione produttiva verso una ceramica artistica e d'autore, concorrendo a convertire artisti di fama nazionale ed internazionale al manufatto ceramicolo.
E ultimo nel tempo, e non ultimo per valore, in questa felice elaborazione creazionale e di indubbia epifania tra il manufatto e l'arte, tra la terra dell'Antica e il colore sono da collocarsi le intriganti soluzioni ovali dello scultore Paolo Marazzi di formazione fazziniana. Che dall'alto di una pluridecennale attività artistica di successo italiano ed internazionale, ha proposto, con linguaggio simbolico- essenziale, da autentico homo sapiens et faber, alcuni bassorilievi in ceramica derutese di una scuola e di rimando Robbiano, laddove non di rado le evidenzialità ma-teriche, si sposano a distribuzione cromatiche smaltate e brillanti, con prevalenza del blu celestiale, del giallo solare, del bianco della purezza e dell'innocenza, del rosso del fuoco.
Non difettando di colti rimandi cubo-futurista e con qualche risonanza moderna a Moore. Non lontano dall'accezione nobile della forma-sostanza, proprio come quella eplicitata da Théophile Gualtier in "Emaux et camèes". L'astrazione figurazionale, già sperimentata altrimenti e altrove dal nostro Maestro, in particolare nelle tarsie marmoreee, nella pie tra albana e nel bronzo, non è mai totale. Sotto traccia, alcune composte dissolvenze in tensione poetica prendono per mano l'osservatore e lo conducono in spazi spirituali e cosmici con insistite accezioni cri-stiano-cattolica e con diffuse presnze religiose. Cogliendo nell'immensità siderale i brividi cosmici, le cromie delle luci e delle ombre e di quella musicalità incommensurabile che nasce dai silenzi immensi di uno spazio che lascia gli uomini di buona volontà à bouche bèe e in sussulti dell'anima. Che fanno scrivere per questa dimensione a Franco Campegiani "E" una devozione al sangue tellurico, un animiamo primordiale, una dedizione filiale al cosmo e alla potenza luminosa del creato. E allora perché non ricordare Francesco, con il suo proclama di fratellanza cosmica, con il suo amore per la natura tutta e per la grandezza delle piccole cose?
In verità, Paolo Marazzi, in questa esposizione della e nell'Antica Deruta intriga con temi affascinanti quali "l'Annunciazione", la "Gitana", "Gli amanti cosmici", "Preistoria cosmica", "Omaggio alla Ser", "Penetrazione Cosmica", "Folgore" , ecc. Che ci piace chiosare con le parole dello stesso scultore-ceramista quando dice che:...."Nelle mie mani si mescolano colori geologici, che erano affiorati nelle viscere della terra nell'età babilonese e ritrovati nell'età d'oro d'Augusto, fino a far risplendere il nostro Rinascimento…"
E per un tempo stranamente distratto e distante dall'emergenza del bello valoriale, la proposta dell'Antica Deruta, realizzata magistralmente de Paolo Marazzi, è un dono di segno rinascimentale con tante gocce d'amore e una pioggia della speranza.