di Giovanna Barbero

...Paolo Marazzi, Anna Valla, Paolo Valle, sono giovani artisti che, nonostante i soli trent'anni, annoverano numerose e valide esperienze e fanno dell'arte una professione di fede.
Si ha, in questo senso, la possibilità di porre un paragone tra questi artisti, che operano con serena caparbietà e seria convinzione, e molti altri che "vegetano" all'insegna del decadentismo dilagante. É vero che certe correnti rumoreggiano in tono più alto e sono in grado di increspare un mercato superficiale che approfitta facilmente della disinformazione; ma quando si desidera approdare a sponde solide di una cultura fondata su basi antiche si guarda coloro i quali tale cultura seguitano costruirla e plasmarla.
Il significato di questa mostra appare, quindi, piuttosto ovvio, l'impegno dei sei artisti presentati collima perfettamente con il sussistente desiderio di mantenere una preziosa coerenza nelle proposte e di condurre un discorso artistico al di sopra della banalità e dell'ambiguità.
Il significato di fare arte in questi sei personaggi è simile anche se diversi sono i lavori: gli stimoli esterni agiscono sulla fantasia e sulla creatività di ognuno secondo un loro credo personale. Al primo sguardo è una mostra che può, forse, apparire una cabala incongruente composta da opere di autori troppo dissimili tra loro: Un'osservazione più attenta e più profonda enuncia, invece, un concetto di base di grande importanza: il comune categorico rifiuto dell'assurda imposizione temporale di una moda di comodo ripiego per la scelta dell'espressione personale, focalizzata secondo la maturazione di ciascuno, se pur nella diversa èoncezione e realizzazione intellettuale e figurativa. Appare, quindi, un risultato finale esplicativo di argomenti artistici diversi, ma non dissimili; il risultato, dunque, è il valore culturale espresso da ognuno in maniera convincente e personalizzata e, in ogni caso, testimoniante l'odierno contesto storico-umano...

Paolo Marazzi - scultore.
Annuncia un messaggio antico nel riproporre materiali umili, come la pietra di Albano simile al calcestruzzo, o preziosi come i marmi bianchi levigati e tersi; egli ha saputo rivalutare la tarsia marmprea, tradizione persasi nei secoli, elevandola da semplice decorazione a prezioso oggetto d'arte.
Modella le pietre ed i marmi con fantastica facilità ed ottiene torsioni e piegature come se lavorasse un materiale duttile.
Queste stesse forme ricompaiono nelle tarsie e rilevano in ogni opera la preziosità dei pieni e dei vuoti.
La permanenza nello studio di restauro dei marmi antichi in Vaticano gli ha consentito di trasferire nelle sue opere delicati accostamenti cromatici di raffinata esteticità e bellezza.
Le stesse caratteristiche le infonde in egual misura nelle opere monumentali eseguite in monoliti.

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